Ovviamente da post-adolescente quale sono, non avevo considerato il fatto "cosa importa se nessuno legge ciò che scrivi, l'importante è scrivere."
Ad ogni modo, ringrazio il mio nuovo lettore per avermi dato questa piccola spintarella.
Scrivere di qualcosa senza sapere di cosa si vuole esattamente parlare è abbastanza complicato. Ma si potrebbe partire da una qualsiasi cosa, tipo la musica. Tipo il pane, il pc, l'ipod, il telefono, un letto, la storia, il tempo, la democrazia, il razzismo, l'omofobia, il bidè, mia sorella (esiste?), tuo fratello, i colori, il vento, un violino, i panda in via d'estinzione, il WWF, una mutandina.
Spesso, ultimamente molto spesso, mi chiedo se veramente tutte queste cose possano servire a qualcosa. Costruiamo castelli enormi, ci proteggiamo, ci salvaguardiamo continuamente. Pensiamo ad essere previdenti in qualsiasi cazzo di cosa, diventando pesanti. Pesanti. Aggiungiamo piani su piani. Su piani.
Cazzo, quant'è stancante.
Vorrei non avere la bocca. E' il mio nemico più grande, mi contraddice sempre. Spesso è incoerente con la mia mente, risultando ridicolo.
Forse anche per gli altri è così. Forse anche chi avrebbe voglia di cancellare il passato, cancellare le cose dette e fatte, vorrebbe non avere la bocca. Ma solo gli occhi. Sono quelli che comunicano più di qualunque cosa. Sono quelli, insieme al colore del viso. Insieme all'arcata delle sopracciglia. Insieme a tutte quelle piccole rughe e zampe di gallina che si formano quando ridiamo, piangiamo, soffriamo, ci incazziamo e ce ne sbattiamo.
Insieme al battito del cuore che galoppa quando amiamo.
La verità è che dovremmo imparare tutti a stare un pò più in silenzio e ascoltare. Ascoltare quello che ci hanno dato, ascoltare il mondo che ha accolto la nostra piccola e grande vita. I suoni, il niente e il tutto.
Andiamo a nanna.
Dolce notte a tutti, anche a te.
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